IL CIRCO DEI SOGNI
di Alessandro Avanzini
1924 André Breton redige il manifesto del Surrealismo, nel ’29 Salvador Dalì viene accolto nel movimento artistico dal quale verrà espulso nel ’34, lo stesso anno del suo sbarco in America.
Si presenterà a New York “Con le braccia tese, l’elegante bastone, i baffi puntati verso il cielo”.
Un moderno Re Mida dal magico tocco: un ipnotico parossistico e iconico artista, idolatrato e venerato, un genio della comunicazione.
Inventore delle forme liquide, con “La Persistenza della memoria” del 1931 una delle immagini più popolari nel mondo.
“Io sono il Surrealismo”, cosa può “Avida Dollars” (Breton) di fronte a un uomo che si è fatto arte vivente?
Un moderno mito che informa e stigmatizza un narcisistico desiderio egolatrico del terzo millennio?
Descrizione
Personaggio irriducibile a qualsiasi sintesi immaginativa, Dalì viene qui rappresentato nella sua espressione più iconica: la maschera del suo volto, autoritratto che arretra al cospetto della magnificenza di Velasquez, di cui viene citata la gorgiera e la sontuosa cornice.
Fa da sfondo una scenografia tratta dal paranoico onirico di “Io ti salverò” (Hitchcock ’45).
Gli orologi molli presenti sono disposti a corollario della immagine complessiva.
fasi della costruzione
cornice
Dalì
Occhi
Costumi
Risultato dalla ricerca iconografica svoltasi negli anni sono i costumi portati dai figuranti a terra, Alessandro Avanzini si è ispirato al Balletto Triadico di Oskar Schlemmer per creare trottole e occhi che si spostano sui viali a mare.
Costume di ispirazione daliniana per il tableau vivant realizzato da Luca Cristofori
Costume ispirato al dipinto ‘El bufón el Primo‘ di Diego Velásquez realizzato dalla sartoria di Melania Lopes.